Un po’ alla volta vengono pubblicati i pezzi che parteciperanno al prossimo Benidorm Fest. I primi brani noti sono quelli di Rayden, Blanca Paloma, Javiera Mena e delle Tanxugueiras.
Il 20 dicembre è stato Rayden a creare ampissimo seguito sui social con la pubblicazione del video della sua “Calle de la llorería”.
Per il rapper madrileno è una canzone che rappresenta molto. Come ha scritto sul suo account instagram, si tratta di un “omaggio alla sua vulnerabilità”.
Il cantante parla del suo disagio nell’essere inserito in una casella del mondo musicale. Da quando ha iniziato a scrivere canzoni e poesie si è sempre sentito “la cosa sbagliata”. Per i cantautori era un poeta, per i poeti un rapper, per i rapper un cantante pop, per le radio “quello che non ha la canzone adatta” e per i festival era il “rapper indie”. E ovviamente per la scena indie lui era troppo commerciale.
Questa canzone lo fa sentire libero e felice. E lo ha percepito anche la sua amica Ruth Lorenzo (Eurovision 2014), che ha definito la canzone “un temón”.
Il primo brano pubblicato è stato invece “Secreto de agua” di Blanca Paloma. La cantante ha inciso la canzone come parte della serie di RTVE “Lucía en la telaraña”, documentario che indaga sull’omicidio di Lucía Garrido.
Per la cantante di Elche (non distante da Benidorm) si tratta di un inno che raccoglie l’essenza del flamenco e la mescola con sonorità elettroniche. Un percorso creativo ispiratore che ha dato come risultato una “canzone luminosa” che annuncia lo svelamento del mistero, di una storia oscura.
Per Javiera Mena la sua “Culpa” invece è una canzone liberatoria. La cantante cilena ha scelto sonorità europop ed italo-disco per una canzone dance anni ’90 che parla di libertà, invita tutti a lasciarsi alle spalle “la colpa che ci portiamo addosso” e divertirci sulla pista di una discoteca.
Ultima in ordine di tempo ad essere pubblicata è “Terra” delle Tanxugueiras. Per le galiziane si tratta di una canzone nella loro lingua, il gallego, ma che non “ha frontiere” e include parti in catalano, euskera, asturiano e castigliano (lo spagnolo ufficiale).
I suoni dei tamburelli e delle percussioni marcano il ritmo frenetico della Terra a cui si aggiungono una babele di voci. Il tema della canzone rispecchia la linea del gruppo e le sonorità richiamano ancora una volta il folklore galiziano unito ad elementi moderni.
Fonti: La Vanguardia, Los40, La voz de Galicia