All’Eurovision Song Contest 2023 sarà di nuovo permesso l’uso di tracce pre-registrate dei coristi durante le esibizioni live.
Nel 2021, a causa Covid-19, era stato concesso in via del tutto eccezionale l’uso di voci pre-registrate per i cori durante le esibizioni live all’Eurovision Song Contest e l’EBU dichiarava:
Crediamo che il permesso di usare le voci pre-registrate possa aumentare il potenziale creativo e la diversità delle entry, oltre a facilitare la modernizzazione dell’Eurovision Song Contest. Permette ad autori e produttori di presentare il loro lavoro nella maniera più vicina alla composizione originale. Inoltre, procura flessibilità alle emittenti partecipanti, in modo da poter ridurre le delegazioni e risparmiare.
EBU (European Broadcasting Union)
E per il 2023 compare nuovamente nelle regole pubblicate da EBU. Per evitare fraintendimenti ci sono anche chiari divieti di lip-sync (playback in italiano).
Nessuno dei concorrenti sul palco (cantanti, coristi o ballerini) è autorizzato ad esibirsi in lip-sync (playback) e far credere che stia cantando parte o l’intera canzone, quando invece non è il caso.
EBU (European Broadcasting Union)
La scelta pare essere dettata nuovamente dall’obiettivo di EBU di contenere i costi dello show ed i costi per le singole delegazioni. Questa è anche una tradizione ben consolidata nelle selezioni nazionali svedese e norvegese.
Allo stesso tempo la scelta continua a far discutere e scomodare anche ex partecipanti. Tra questi il più agguerrito sembra essere Dadi Frey che critica l’operato EBU.