La BBC ed EBU hanno annunciato di aver ristretto la competizione tra le città organizzatrici a due: Glasgow e Liverpool.
Non si sono fatte attendere le reazioni da parte delle due città
Glasgow
La prima a commentare è stata Lulu, già vincitrice dell’Eurovision 1969 e cittadina di Glasgow. Lei è ovviamente al settimo cielo ed è convinta che sia la sua città a meritare l’organizzazione. Come mai? “perché ha il pubblico con il cuore più grande al mondo”.
La cantante è intervenuta al programma “Drivetime” di BBC Radio Scotland e si ritiene convinta che la città sia pronta.
So quanto amiamo la musica, quanto la supportiamo e quanti talenti arrivano dalla nostra città. E vivendo fuori Glasgow posso assicurarvi in modo oggettivo che pubblico fantastico ci sia. Sono certa dello splendido lavoro che saprebbero fare.
Lulu
Riconosce anche la ricchezza culturale della città scozzese, un background che le ha permesso di diventare l’artista che è oggi.
E arriva un po’ a sorpresa l’endorsement di una star tutta scozzese dal mondo di Drag Race. Lawrence Chaney, vincitrice della seconda edizione UK dello show e nativa di Glasgow, fa il tifo per la sua città.
Amerei vedere Eurovision a Glasgow. Sto incrociando tutto l’incrociabile.
Lawrence Chaney

L’evento sarebbe ospitato alla OVO Hydro Arena di Glasgow, già apparsa nel film di Netflix “Eurovision Song Contest: The Story of Fire Saga”.
L’annuncio della short-list ha riempito di gioia Leon Thompson, direttore del UK Hospitality Scotland.
Dopo anni molto difficili a causa della pandemia, Eurovision darebbe il boost necessario alla città per lanciarsi come palcoscenico per eventi musicali di livello mondiale. I visitatori che arriveranno sono certi del nostro più caloroso benvenuto. Vantiamo grande esperienza e abbiamo pub, bar, ristoranti e club di altissimo livello. Come per ogni evento di questo tipo, le stanze d’albergo non sono mai abbastanza. Suggeriamo a tutti i visitatori di prenotare il prima possibile.
Leon Thompson, UK Hospitality Scotland

Liverpool
La città britannica che sfida Glasgow è anche il luogo natale dei Beatles. Un posto dove la musica è di casa.
La sindaca Joanne Anderson ha accolto la notizia della short-list con entusiasmo e vede Eurovision ormai ad un passo.
Città e Regione hanno lavorato fianco a fianco per presentare una candidatura solida e spendibile. Hanno inserito nel dossier un piano che abbraccia strutture, trasporti e soprattuto finanziamenti.
Se tutto andrà in porto, sarà la M&S Bank Arena ad ospitare l’evento, con la sua capacità di 11.000 spettatori.
La sindaca è anche convinta della grande spinta che Eurovision possa dare a Liverpool.
Ospitare Eurovision vorrebbe dire scrivere un nuovo capito della storia musicale della nostra città. Darebbe un grande impulso all’economia locale e una visione positiva per il futuro.
Joannne Anderson, sindaca di Liverpool
Un grande biglietto da visita è certamente il video promozionale fatto dalla città di Odessa, gemellata con Liverpool da decenni.
Per Sindaca e Presidente di Regione, la presenza di Liverpool tra i finalisti non è certamente una sorpresa. E sono certi che sapranno fare un ottimo lavoro nel rappresentare il territorio e dare un giusto omaggio agli amici ucraini.

Le altre città escluse
Anche le altre 5 città escluse iniziano a leccarsi le ferite. La prima in ordine è Sheffield.
La stampa locale inizia ad analizzare la “sconfitta” puntando il dito sul nodo trasporti. La mazzata per la candidatura pare essere stata la definitiva chiusura del Doncaster Sheffield Airport.
Questa notizia, che circolava da tempo, avrebbe lasciato scoperto il collegamento aereo della città ospitante. A servire Sheffield rimangono quindi East Midlands, Manchester e Liverpool.
Certamente non aeroporti lontani (e Torino ci insegna che la maggior parte dei collegamenti è avvenuta sui tre scali milanesi) ma che hanno indebolito una candidatura probabilmente già non competitiva quanto quella delle due finaliste.
Fonte: STV, BBC and ITV