Alessia Labate ha partecipato ad “Una Voce per San Marino” con la sua canzone “World Falls Down”.
La cosentina appare in tv la prima volta a soli 12 anni nella seconda edizione del talent di Canale5 “Io Canto”.
Da quel 2010 ad oggi, Alessia ha studiato, ha scritto e cantato. Affermandosi con uno stile tutto suo e forse “troppo” internazionale per il mercato italiano.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarla qualche giorno fa a Milano, dove ora vive.
L’intervista 💬
Alessia cosa ti ha spinto a partecipare ad “Una Voce per San Marino”?
Devi sapere che l’Eurovision Song Contest è un mio pallino da tanto tempo. Cantando in inglese è quasi lo show ideale per me.
La mia casa discografica già da tempo si era avvicinata a San Marino, ma fino allo scorso anno hanno sempre optato per scelte interne. Quando è uscita la notizia di questo concorso ci siamo immediatamente iscritti. Era una occasione troppo bella per lasciarsela scappare.
Come è stato partecipare?
Beh chiamandomi Alessia puoi capire che sono stata tra i primissimi insieme ad Aaron Sibley. Ci siamo incontrati il primo giorno delle audizioni e poi abbiamo condiviso praticamente tutte le tappe. La fortuna di avere un nome che inizia per A in un concorso che va in ordine alfabetico.
Mi pare di capire che sia nata una bella amicizia con Aaron Sibley. Come vi siete conosciuti?
Come ti dicevo eravamo nello stesso giorno delle audizioni, in totale 4 persone. Io ero molto concentrata ma l’ho visto davvero abbastanza perso, soprattuto perché continuavano a parlargli in italiano. E quindi ho cercato di aiutarlo e poi siamo finiti insieme a pranzo.
In realtà con molti degli emergenti ho creato un bel rapporto. C’era un clima da gita scolastica ed era strano, perché normalmente in questi concorsi c’è un clima di gara spietata.
Possiamo dire quindi che ti sei divertita?
Certamente. L’impegno professionale è stato notevole, soprattutto per il numero di esibizioni e le prove. Però davvero il clima di amicizia mi ha permesso di godermi questa esperienza e di passare il tempo tra amici.
Parlaci dei tuoi outfit, ne abbiamo visti tanti ed uno più iconico dell’altro.
Ho voluto fare la diva (ride, ndr). Sono arrivata a San Marino con una valigia piena di abiti e avevo deciso che ad ogni esibizione avrei cambiato stile. Alcuni erano davvero azzardi, ma ho deciso di fidarmi del mio stylist.
In fondo si va sul palco anche per farsi notare, quindi…
Un peccato San Marino RTV non abbia organizzato un red carpet.
Ma davvero! Sarebbe stato molto bello sfilare per le strade del centro storico. Speriamo ci pensino per il prossimo anno.
A proposito di prossimo anno. Torneresti in gara?
Guarda, credo che il treno “San Marino” per ora sia passato. Però la mia voglia di Eurovision rimane e quindi proverò con altre selezioni. Da Milano alla Svizzera ci si impiega davvero poco, ad esempio.
E Sanremo? Meglio Eurovision o Sanremo?
Beh Sanremo è sicuramente la vetrina più importante che ci sia in Italia. Me per il mio stile e per il fatto che canto in inglese, io ho davvero poche chances. Quindi, Eurovision tutta la vita.
Ci tieni molto a sottolineare che canti in inglese. Si riesce a farlo anche con le case discografiche italiane?
Tocchi un tasto dolente. Purtroppo le case discografiche italiane continuano ad ostacolare gli artisti italiani che cantano in inglese. E lo trovo una grande debolezza, come se cantare in inglese fosse un problema.
Poi basta andare a lavorare qualche giorno a Londra e si respira tutta un’aria diversa. Anzi, vieni apprezzato perché straniero che canti in una lingua non tua.
Ma canteresti anche in italiano?
A dire il vero l’ho già fatto, ma nella mia mente si tratta al massimo di un mix tra italiano ed una lingua diversa. Come ho fatto con “Fuck Nostalgia”.
A proposito di italiani che cantano in inglese. Non credi che i Måneskin possano cambiare un po’ questo andazzo?
Guarda loro sono talmente dei marziani che probabilmente rimarranno un caso isolato. Probabilmente stanno già facendo cambiare idea a tanti cantanti italiani che capiscono che esiste un mercato internazionale là fuori. Temo che però le case discografiche, vuoi per decenni di convinzioni, continueranno per la loro strada. Servirà parecchio tempo, ma credo che ci arriveremo.
Abbiamo parlato della tua amicizia con Aaron, avete un programma una collaborazione?
Non posso dirti troppo. Ci siamo visti la scorsa settimana a Londra e nonostante i buoi propositi, siamo finiti a fare i turisti. L’idea c’è e qualcosa arriverà. Non so dirti come e quando.
E con gli altri artisti presenti a San Marino?
Sicuramente farò qualcosa con Basti, con lui c’è un grande feeling e mi piace come scrive i pezzi. E poi vorrei tanto lavorare con Burak Yeter. A San Marino avrei voluto intavolare meglio il discorso, ma l’unico contatto che ho avuto è stato quando gli ho offerto un tarallo. Direi che non è abbastanza. (ride, ndr)
Tra le canzoni dei tuoi “sfidanti” ne hai una che ti è rimasta impressa?
Assolutamente DNA di Mate. Continuo a canticchiare “sto in filler”, anzi è proprio uno stato mentale. La cantavamo tutti nel backstage, potrei definirla una guilty pleasure collettiva.
Devo ammettere che non ho capito subito cosa abbia portato la giuria ad assegnarle il premio delle critica. Ma poi, conoscendo come lavora Mogol, ho capito che hanno premiato il testo ironico e fatto di vita vissuta. In fondo siamo tutte “donne non addomesticate”.
Dicevi che Eurovision è un tuo pallino da tanto. Possiamo dire che sei una fan?
Certamente si. Mi piace tantissimo poter sentire canzoni in tanti stili e lingue diverse, lo trovo di una apertura mentale sconvolgente. Per me rappresenta un posto libero, dove poter essere quello che si vuole.
E poi, come dicevo prima, a me piace essere una diva. Ad Eurovision ci sono sempre esibizioni over the top e ammetto che vorrei poterlo fare anch’io.
C’è qualche canzone che ti è particolarmente rimasta impressa?
Ce ne sono tante, ma dovendone scegliere una ti dico “Arcade”. Che è un controsenso rispetto a quello che ti ho appena detto sulle esibizioni over the top.
Arcade ha una melodia ed una atmosfera pazzesca, esaltata da uno staging quasi minimalista.
Se potessi lavorare con un artista internazionale chi sceglieresti?
Se avessi la bacchetta magica ti direi Tove Lo, mi piace molto quello che canta, che scrive. Mi piace lei.
Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori
Intanto voglio ringraziarti per questa chiacchierata e l’opportunità di parlare di me e della mia musica. Io sono molto attenta a questa community che segue Eurovision perché ci da l’opportunità di parlare di musica europea. Anzi vi invito a continuare così, perché aiuta anche noi artisti a “contaminarci”.
Potete rimanere aggiornati e seguire Alessia Labate sui suoi social Facebook, Instagram, Twitter ed ascoltare i suoi brani sul suo canale YouTube.