Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di ripercorre l’esperienza eurovisiva del piccolo principato di Andorra e in quell’occasione abbiamo preso contatto con una delle rappresentanti del passato recente.
Eccoci dunque con Jennifer Serrano, che come ricorderete ha partecipato nel 2006 ad Atene con la sua Sense Tu.
L’intervista 💬
Come si è svolto il processo di selezione per Eurovision 2006? Sei stata coinvolta nella scrittura della canzone?
Furono due processi di selezione indipendenti. Come prima cosa RTVA selezionò la canzone e si trattava della traccia in inglese It’s For You scritta da Rafael Artesero e che poi è stata adattata in catalano con il titolo di Sense Tu.
La mia selezione come rappresentante è stata sicuramente singolare. Avevo iniziato a dare lezioni di musica ed interpretazione in una piccola accademia di Andorra quando il mio professore decise di incidere un demo di It’s Raining Men, dove duettavamo io ed una mia compagna. La inviò alla tv di Andorra perché potessero ascoltarla ed eventualmente includerci nel progetto Eurovision come coriste. Ascoltarono la demo e ci fecero alcuni provini. Qualche settimana dopo mi informarono che la selezione non era per le coriste, ma per l’interprete ed io ero stata selezionata.
Come ti sei preparata per Atene 2006?
Fu tutto molto rapido. Io non avevo molta esperienza come cantante e quindi ho dovuto imparare molto in pochi mesi. Abbiamo combinato lezioni di canto, coreografia e in aggiunta la promozione.
Il tuo staging all’Eurovision era parecchio sexy. Sei stata criticata? Lo rifaresti di nuovo?
La messa in scena voleva riflettere l’estetica del cabaret e dei club di burlesque. A me piaceva moltissimo, anche se ci sono sempre quelli che storcono il naso quando vedono una ragazza XL muoversi in modo sexy. Ci fu davvero gente che si lamentò dello staging per il mio fisico.

Cosa ti ricordi dell’Eurovision 2006?
Fu un’esperienza meravigliosa anche se io ero giovane ed inesperta. Mi preoccupavo forse troppo di imparare tutto, rapidamente e di fare tutto come si deve. E alla fine non mi sono gustata appieno l’esperienza.
L’Eurovision è un mondo stupendo e il meglio sono sicuramente gli eurofan. Dopo tanti anni mi sento ancora molto coccolata da questo mondo.
Quell’anno ci furono tante canzoni e cantanti incredibili come Carola, Kate Ryan o Anna Vissi… però devo dire che senza ombra di dubbio l’esibizione dei Lordi è quella che segnò un prima ed un dopo nella competizione europea.
Tu sei asturiana. Come ci sei finita ad Andorra? Vivi ancora lì?
In effetti sono asturiana, di Mieres, e sono capitata ad Andorra per lavorare un’estate. Mi piacque talmente tanto che decisi di rimanere qualche mese in più e alla fine ci sono rimasta qualche anno. Adesso vivo a Cádiz, in una zona meravigliosa e piena di luce.
Hai dovuto imparare il catalano per l’Eurovision?
Sì e devo dire che era una delle cose che ha resa più nervosa di quell’esperienza. Avevo paura di pronunciare male, di sbagliarmi, di non spiegarmi bene e sì, in qualche occasione l’ho vissuta davvero male. Però devo dire che tutti mi hanno aiutato molto e alla fine della fiera dopo un paio di anni sono arrivata al punto di parlarlo con scioltezza.

L’Eurovision ha cambiato la tua vita? Di cosa ti occupi ora?
Dopo la mia esperienza eurovisiva mi sono iscritta ad un corso di Business Administration e Diritto del Lavoro. Attualmente sono imprenditrice e ho un bambino di 18 mesi che adora la musica.
L’Eurovision Song Contest è stata una esperienza incredibile che mi porterò per sempre nel cuore. Vengo invitata spesso ad eventi collegati ad esso e ho l’occasione di incontrare tanti eurofan in persona e ricevo tutto il loro amore e calore. Mi ritengo davvero fortunata di far ancora parte di questa comunità fantastica.
Credi che Andorra dovrebbe tornare a gareggiare all’Eurovision Song Contest? Ti piacerebbe tornare, magari rappresentando la Spagna?
Andorra è un paese pieno di talento. Trattandosi di una località turistica è normale che la sua popolazione sia internazionale e le influenze musicali siano così varie e di qualità .
Senza ombra di dubbio Andorra dovrebbe tornare. Mi piacerebbe dare una mano alla delegazione e mettere a disposizione la mia esperienza, nel caso anche come corista, però credo che ci sia tanti talenti che meritano di rappresentare Andorra e farlo in modo eccellente.
E ovviamente la Spagna è il mio paese e lo rappresenterei anche ad occhi chiusi, però come per il discorso di Andorra direi che ci sono molti talenti e vale la pena aprire la porta a progetti nuovi e pieni di voglia di fare.
Nonostante questo momento complicato, quali piani hai per il futuro?
Credo che la vita sia composta da cicli e questo momento è un grande ostacolo. Quello che sta succedendo è terribile, ma penso che usciremo da questa crisi tutti molto più forti. Tutti insieme ce la faremo.
Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?
Mi collego a quanto appena detto. Spero stiate tutti bene e vi voglio mandare tanta forza e amore. Quest’anno non ci sarà l’Eurovision Song Contest, ma la musica continua a suonare e gli artisti non smettono di creare. Il prossimo anno sono sicura sarà epico.
Ah… e ancora grazie per l’intervista. È stato un piacere passare un po’ di tempo con voi.
Ringraziamo ancora Jennifer per aver aperto il suo libro dei ricordi e averci dato così tanta riconoscenza. È davvero strabiliante la grande comunità dell’Eurovision Song Contest.