Gli Hatari, il controverso e originale gruppo islandese che ha rappresentato il paese all’Eurovision Song Contest 2019, presenteranno in anteprima al prossimo Festival di Varsavia un film documentario intitolato A Song Called Hate (Una canzone chiamata odio ndr.).
Il documentario ripercorre la loro esperienza all’Eurovision e tutte le proteste politiche e sociali che hanno sollevato con la loro partecipazione. Il festival si svolgerà dal 9 al 18 ottobre e si terrà in diversi cinema della città polacca.
Potete vedere il trailer nel video di seguito:
Arrivano gli anticapitalisti!
Gli Hatari hanno attirato subito l’attenzione per essersi dichiarati come gruppo anti capitalista e pro-Palestina (ricordate la famosa scena della sciarpa pro-palestina, costata una multa alla RÚV, vero?), soffermandosi molto, nelle varie interviste, sui problemi tra il paese ed Israele.
L’intenzione della band è criticare il governo di Israele con il dibattito, l’arte e le idee e non con il boicottaggio.
Mattiàs (Hatari)

I produttori del film spiegano che lo scopo del documentario è chiedersi “qual è il ruolo dell’artista nella politica, e se c’è davvero il dovere e la responsabilità di questi di mettersi in gioco. Se è così, contano le intenzioni senza le azioni?”
E ancora:
“Si può far parte di un sistema, mentre nello stesso tempo lo si sta rifiutando?”
Il film è stato diretto dalla regista islandese Anna Hildur e racconta delle varie interviste fatte dalla band (persino con la prima ministra islandese Katrín Jakobsdóttir), e svela video inediti girati durante i preparativi all’evento.
A Song Called Hate competerà nella categoria chiamata “Spirito Libero”, in un festival che si definisce dedicato a film, documentari e lungometraggi indipendenti, innovativi e ribelli di tutto il mondo.
E chi più degli Hatari possono definirsi “ribelli”?
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Fonte: EurovisionSpain