La vincitrice israeliana dell’Eurovision Song Contest 2018, Netta Barzilai, racconta come ha vissuto e sta vivendo questo periodo particolare dovuto dalla pandemia da Covid-19. Come molte altre persone, anche la giovane 28enne ha avuto modo di riflettere su molte cose…
Musica e legami
Netta ha riflettuto su come i rapporti umani fossero stati messi da parte prima di questo periodo critico, mentre soltanto ora ci accorgiamo (o stiamo iniziando ad accorgerci) di quanto siano importanti. Anche la musica si è rivelata un aiuto concreto per milioni di persone per affrontare questo momento difficile.
“A gennaio stavo promuovendo il mio nuovo singolo in Russia e in Spagna, e stavo programmando di andare in altre 6 paesi. Poi tutto si è fermato!”
Netta Barzilai
“Ora ci sono nuove barriere che dovremmo imparare a superare. Dovremmo cercare nuove ispirazioni da dentro, e cercare soluzioni più profonde.”
Netta Barzilai

Dall’Eurovision al Netta’s Office
Dopo la vittoria all’Eurovision 2018 Netta ha vissuto un anno travolgente, che l’ha vista girare tutto il mondo e vedere a stento i suoi cari e la propria città. La quarantena è stata un’occasione per rallentare e dare maggiore attenzione alle cose a lei più vicine a sé:
“Non avevo nessuna parte dove correre, nessun bar dove cantare, nessun amico da incontrare. Avevo bisogno di fare qualcosa per interagire con i miei fan e con il mio pubblico.”
Netta Barzilai
Così ha iniziato a sperimentare dei “video podcast” dalla veranda del suo appartamento a Tel Aviv, parlando di Coronavirus e lavorando al nuovo album per il periodo post-pandemia. Così è nata la serie di video, Netta’s Office.
L’idea del progetto era semplice, come dichiara lei stessa:
“Ho capito che tutto quello che avevo bisogno era questa stanza… le persone lo hanno accolto bene dandomi un grande abbraccio per averli aiutati con le loro ansie e preoccupazioni. Perché questa incertezza ci può uccidere”
Netta Barzilai
La nascita del singolo ‘Cuckoo’
“La canzone Cuckoo è stata scritta prima della pandemia, ma le parole del ritornello — “Sono come un uccello in gabbia” — hanno assunto un nuovo significato dopo la sua uscita a maggio”.
“La melodia va in loop, a ripetizione, come se fosse in gabbia! Come anche questa bellissima e triste rima”.
Netta Barzilai
Alla fine Netta fa una riflessione sull’importanza artistica, creativa e finanziaria della sua professione sulla società:
“Ieri ho parlato con un vecchio dipendente, lui è tecnico del suono, ha tre figli, ed ha problemi a dar da mangiare alla sua famiglia… purtroppo il nostro governo, come molti altri governi nel mondo, non hanno trovato ancora soluzioni efficaci per l’industria culturale“.
Un pò come sta succedendo in Italia, dove attraverso proposte, proteste e iniziative si sta cercando di risollevare il settore dell’industria musicale particolarmente colpito e ignorato…
Fonte: Ynetnews