#EuropeDay: l’Eurovision Song Contest e la storia europea

Quest’anno l’Eurovision Song Contest avrebbe spento ben 65 candeline dalla sua nascita, ma purtroppo per la pandemia Covid-19 il tutto salta al 2021 (si spera).

Durante questo lungo periodo comunque, nel vecchio continente sono accaduti diversi avvenimenti ed in certi casi il concorso europeo è stato tramite di messaggi attraverso una delle modalità più facili e belle: LA MUSICA. 🎼

E Depois Do Adeus – Paulo De Carvalho (Portogallo 1974)

Il 6 maggio 1974 andava in onda un’edizione ICONICA per il pubblico eurovisivo, data la presenza del famoso gruppo svedese ABBA e della loro vittoriosa “Waterloo”.

Al quattordicesimo posto quella sera arrivò il Portogallo con una tipica canzone su un amore degli anni settanta. 18 giorni a seguire tale canzone cambiò significato e nel cuore dei portoghesi rimarrà come uno dei simboli della liberazione, ma come mai?

E dopo l’amore,

E dopo di noi

Dirci addio

Restare soli

In Portogallo fino alla mezzanotte del 1974 al potere vi era ormai da 50 anni una dittatura militare instaurata dalla seconda Repubblica Portoghese (Estado Novo), che crollò appunto il 25 aprile a seguito della famosa “Rivoluzione dei Garofani”. Ora vi domanderete il ruolo della canzone di Paulo in questo momento storico e per rispondere bisogna dire che è stata la canzone trasmessa come segnale dell’inizio del Golpe. Ancora oggi “E Depois Do Adeus” per i portoghesi ha un significato speciale relativo a quella notte di aprile.

Ein bißchen Frieden – Nicole Hohloch (Germania 1982)

Altro momento toccante della storia dell’Europa è stata la prima vittoria tedesca avvenuta per mano di Nicole Hohloch, che a diciotto anni portò il suo inno di pace sul palco eurovisivo per poi essere tradotta in italiano (ed in altre diverse lingue) con “Un po’ di Pace”. Nicole viene anche ricordata per essere stata la prima artista tedesca a ricevere 12 punti dalla giuria israeliana.

Un po’ di pace, un po’ d’amore, perché io non perda più la speranza

Insieme 1992 – Toto Cutugno (Italia 1990)

Con Toto Cutugno e la sua “Insieme 1992” troviamo un’altra entry vincitrice che ha avuto un’importanza storica. Il messaggio del testo mira totalmente alla comunità europea, che da lì a poco sarebbe diventata l’Unione Europea con i “Trattati di Maastricht” avvenuti nel 1992. Il testo della canzone emana profondamente questo senso di comunità e fa trasparire anche il messaggio, basti pensare alle uniche parole in inglese del testo che recitano “Unite Unite Europe”. Con la pandemia Covid-19 questa canzone ha preso anche un’altro senso: con la cover di Senhit (San Marino 2011 & 2020), ad esempio, si incentra sull’essere forti come comunità in questo brutto periodo.

L’Europa non è lontana

C’è una canzone italiana per voi

Insieme, unite, unite, Europe

Sva Bol Svijeta – Fazla (Bosnia ed Erzegovina 1993)

Con la totale caduta della Jugoslavia nel 1992, l’anno seguente la Bosnia ed Erzegovina debuttò con una entry piena di significato per il sofferente popolo bosniaco. L’ultimo decennio del secolo scorso i Balcani sono stati teatro di una delle più sanguinose guerre in tempi recenti. Come detto nella premessa, l’Eurovision è stato tramite per molti messaggi e quello di questa canzone, di cui il titolo tradotto recita “Tutto il dolore nel mondo”, spiega al meglio la situazione dei bosniaci costretti a vivere sotto il cielo di Sarajevo.

Tutto il dolore del mondo stasera è in Bosnia
Rimango per sfidare la paura
Non ho paura di stare di fronte al muro
So cantare, posso vincere

Come vedete l’Eurovision Song Contest non sono solo canzonette. A volte può cambiare profondamente il corso della storia.