Sanremo 2020: Tiziano e Fiorello, ma erano necessari?

Giusto perchè mi piace sempre fare nuovi amici, oggi polemica sulla catfight della settimana (almeno fino a venerdì notte…perchè poi Morgan…).

Sto parlando di Tiziano Ferro e Fiorello.

La catfight

Ma riassumiamo quello che è successo tra i due fuoriclasse dello spettacolo italiano.

Martedì sera il Festival in vistosissimo ritardo fa slittare l’esibizione di Tiziano a notte fonda.

Motivo? L’ennesimo sketch riciclato di Viva Rai Play, che abbiamo già visto in mille altri show di Fiorello.

Tizianone nostro non la prende molto bene e in diretta si fa scappare in modo scherzoso un #fiorellostattezitto.

Apriti cielo. Fiorello viene assalito sui social dai fan di Tiziano Ferro, che con il solito (ahimé) livore da leoni da tastiera lo ricoprono di insulti.

Fiorello ovviamente non ci sta e minaccia di lasciare il Festival per motivi di sicurezza.

Alla fine Tiziano è costretto a lasciargli un pizzino con le scuse ufficiali.

Pare che la catfight sia rientrata e infatti nella serata di venerdì (ieri) i due si sono esibiti insieme facendo scalpore (ma chi?) con un bacio sulle labbra.

A noi interessa?

Sinceramente no. Non sappiamo se tutto fosse studiato a tavolino per far crescere interesse sui due e tenere la gente incollata allo schermo o semplicemente il litigio fosse reale.

Rimane che io due personaggi in questione abbiano fatto un Sanremo abbastanza inutile. 💣

Perchè?

Fiorello ha inanellato una serie di sketch già ripetuti mille volte nei suoi show, anche con gli stessi identici ospiti (vedi Jokovic).

Tiziano indubbiamente bravo ma ha semplicemente fatto il super ospite, e a Sanremo questo l’aveva già fatto altre volte.

Insomma il loro valore aggiunto è stato poco, il loro mettersi in gioco pari a zero. Gli autori invece di incorporarli nello spettacolo hanno fatto quello che riesce meglio da anni a Sanremo: creare un effetto “I migliori anni”. Insomma una carrellata di ospiti, meglio se riesumati dal passato, che fanno il loro compitino ma che non creano una storia per tutta la settimana.

Dispiace dirlo (ma forse nemmeno molto) ma mancano come l’aria i Festival di Mike e di Vianello dove tutto era uno sketch e chi appariva sul palco era più o meno ignara vittima dello show.

Sono convinto che di presentatori, attori e autori bravi in Italia ce ne siano, ma è evidente che alla RAI non interessa poi tanto sperimentare quando si può andare con un format rodato ma ormai passato di moda.