Jamala, la cantante Ucraina che ha vinto l’Eurovision Song Contest nel 2016, ha dichiarato che trova che sia giusto che ad ospitare l’evento nel 2023 sia il Regno Unito, se l’Ucraina non è in condizioni di farlo.
La cantante ha lasciato Kiev in Marzo coi suoi figli, a seguito dell’invasione russa. Ha poi dichiarato che la modalità dell’invasione ha ricalcato fin troppo bene il testo di 1944, la canzone con cui ha vinto l’Eurovision, e che parlava dell’invasione dell’Ucraina da parte delle forze tedesche durante la seconda guerra mondiale.
La vittoria dello scorso concorso, tenutosi a Torino in Maggio, è andata ai Kalush Orchestra, col brano “Stefania”. Tuttavia, l’EBU non ha ritenuto che ci fossero i requisiti minimi di sicurezza per poter assegnare all’Ucraina l’organizzazione dell’evento per il prossimo anno. Nella nota dell’EBU si sottolinea che le forze russe potrebbero in qualsiasi momento colpire con missili a lungo raggio qualunque obiettivo sul suolo ucraino, rendendo di fatto impossibile trovare un luogo sicuro in cui svolgere l’evento.
Jamala ha dichiarato alla stampa Britannica:
“E’ molto triste che l’EBU abbia deciso di togliere (all’Ucraina) questa opportunità e questa speranza. (Tuttavia) capisco che debba svolgersi in un luogo di pace, per i partecipanti e per tutti i presenti. Il Regno Unito è arrivato secondo, quindi se l’Ucraina non volesse ospitare l’evento per qualunque motivo, sarebbe giusto che si tenesse in una delle vostre città.”
La cantante ha anche aggiunto che secondo lei la decisione riguardo a dove ospitare l’evento è prematura, e che per lei, come Ucraina, la risoluzione dell’EBU è stata molto dolorosa. Anche i membri della Kalush Orchestra si sono detti sorpresi e dispiaciuti della decisione dell’EBU.
Fino ad ora, ben 11 città nel Regno Unito hanno avanzato una candidatura per ospitare l’Eurovision 2023, incluse Londra, Glasgow e Liverpool. Il Primo Ministro Britannico Boris Johnson, invece, si è detto certo che l’Ucraina possa e debba ospitare l’Eurovision sul proprio suolo, avendo vinto.
Jamala ha anche parlato del tempo che ha passato facendo concerti in Europa per diffondere il suo messaggio contro la guerra. Tra le altre tappe, la cantante si è esibita anche a Glastonbury.
“E’ la prima volta che vengo a Glastonbury nella mia vita e vedo questa libertà. E’ un tesoro essere umani, indossare quello che vuoi ed esprimersi liberamente. Non avete idea di quanto è importante. Abbiamo una voce, abbiamo voci forti… Abbiamo le nostre visioni e i nostri seguaci, abbiamo i nostri fan. E possiamo davvero fare qualcosa parlandone e possiamo fermare questo male solo se siamo uniti, solo se siamo insieme. […] Onestamente, è davvero da pazzi… Non sono mai sttata pronta per abbandonare la mia casa, ma Kiev, alle 6 e 20 del mattino era di nuovo bombardata. E anche se possono dire che è abbastanza sicuro, non è affatto così – la bambina che è morta quella mattina aveva sette o otto anni, e mi rende molto triste. E’ difficilissimo spiegarlo in questo luogo pacifico con la musica e la gente che si diverte, ma in questo momento di fronte a tutto il mondo, nel centro dell’Europa c’è la guerra. Fa paura… Cosa posso fare io? Per quanto mi riguarda cerco di parlarne, con le canzoni, nei concerti, mi esibisco e raccolgo denaro da dare in beneficenza.”
Jamala ha anche ammesso di essere una sognatrice, ma ritiene che l’Europa sia molto più unita di quanto molti possano credere.
“Lo apprezzo così tanto, non riesco a spiegare quanto l’Europa sia importante per noi, perché le ripercussioni politiche dureranno ancora molto a lungo.”
Oltre a Jamala, al Glastonbury Festival si sono esibiti dall’Ucraina anche i Go_A e i Kalush Orchestra e, dal Regno Unito, Sam Ryder.